Spamtrap cosa sono e come funzionano

Quello dell’email marketing è un campo in costante mutamento e si contraddistingue da alcuni termini di origine anglosassone che indicano i vari aspetti riguardanti la ricezione e l’invio della posta elettronica.

Cosa si intende per spamtrap

 

Quando si parla di spamtrap si fa riferimento a un indirizzo di posta elettronica che fa da vera e propria “trappola per spam”. Infatti, nelle email che si ricevono quotidianamente, che siano o meno consentite, se ne insinuano spesso alcune poco sicure o di pubblicità aggressiva che vengono automaticamente depositate nella casella di posta indesiderata da appositi filtri anti-spam.

A questo proposito si inserisce l’aspetto dello spamtrap. Nel dettaglio si tratta di un indirizzo di posta elettronica che appare assolutamente normale, ma che non è utilizzato per la comunicazione tra un mittente e un ricevente, quanto piuttosto è usato per identificare tutte quelle email dal contenuto poco corretto.

Questi indirizzi non appartengono a persone fisiche, ma corrispondono a servizi o aziende che si occupano di blacklisting, ossia la compilazione di apposite liste nere di soggetti, numeri di telefono e appunto indirizzi email, a sostegno di una gestione più “pulita” possibile dell’email marketing.

Uno di questi servizi è ad esempio Spamhaus, che procede a inserire nelle liste nere i domini web e gli indirizzi IP di chi invia comunicazioni senza aver ricevuto il relativo consenso dal destinatario.

Gli indirizzi utilizzati come spamtrap possono essere di sue tipologie: possono essere indirizzi “puri“, ossia creati appositamente per questo scopo, oppure essere degli indirizzi “riciclati“, cioè appartenuti in precedenza a un soggetto fisico e quindi validi in passato, per poi essere caduti in disuso e convertiti in trappole per spam.

Per questi ultimi infatti, prima di poter essere qualificati come spamtrap è necessario che il fornitore del servizio metta in atto una procedura di conversione, che può durare dai 6 ai 12 mesi. Durante questo periodo di transizione, nel momento in cui si procede a inviare un’email all’indirizzo in questione, questa torna indietro con un messaggio di errore e con l’avviso di indirizzo non più attivo.

Una volta terminato il periodo di invalidazione però, laddove si dovesse continuare a inviare della posta al medesimo indirizzo, le email non vengono più rispedite al mittente, ma vengono qualificate come spam in virtù di pratiche poco corrette alla base o dell’utilizzo di dati obsoleti.

 

Spamtrap: come finisce nella propria email list

 

Sebbene sia un meccanismo utile a prevenire l’invio aggressivo di email non richieste, è piuttosto facile incappare in un indirizzo spamtrap e inserirlo nella email list personale, proprio perché assomiglia in tutto e per tutto a un normale indirizzo di posta elettronica. Tuttavia, avere nella propria lista una trappola per spam presenta l’inconveniente di qualificare come indesiderate anche tutte le altre mail che spam non sono.

Uno spamtrap può finire in una lista per caso, sbagliando ad esempio la digitazione dell’indirizzo di un destinatario e che magari corrisponde a uno usato come trappola per spam, oppure tramite appositi robot (i Bot) che iscrivono automaticamente un numero indefinito di indirizzi email a servizi di dubbia sicurezza oppure ancora nel caso in cui si abbia una lista contatti non aggiornata da molto tempo, presentando quindi alcuni indirizzi inattivi e usati poi come trappola per spam.

– Nel caso in cui ci si accorga di avere un indirizzo spamtrap nella propria email list, è bene procedere innanzitutto con una pulizia regolare della stessa; al riguardo esistono anche dei programmi automatici per fare questo passaggio.

– Inoltre, sarebbe opportuno abilitare la funzione di double opt-in, ossia l’invio di un messaggio di conferma quando si procede all’iscrizione a una newsletter o alla registrazione ad un sito; in questo modo si scongiura il rischio che un eventuale errore di digitazione possa determinare che l’indirizzo sia qualificato come uno spam.

– In più, per evitare che i Bot possano entrare a far parte della propria lista e procedere poi a iscrizioni su siti non consentiti, è bene sempre abilitare i captcha ai moduli.

Concludendo, se da un lato il web fornisce tantissime opportunità, dall’altro può fare da strumento per porre in essere anche pratiche poco corrette verso gli utenti. Per questo, si è diffusa la pratica dello spamtrap al fine di garantire una maggiore chiarezza nelle proprie comunicazioni digitali.